Sant'Alessandro  Roma
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Una storia, la nostra, collocata nella diocesi di Nomentum, che risulta tra le più antiche circoscrizioni episcopali del Lazio, una delle più ricche di santuari martiriali. Questi santuari-basiliche martiriali del suburbio romano vengono utilizzate per la pastorale e per la liturgia ebdomadaria. Ad esempio Giovanni III (561-574) si premurò di conservare la consuetudine di celebrare la messa la domenica nei “cymiteria sanctorum martyrum”.

La basilica paleocristiana con cimitero venne alla luce nel 1854 quando la Congregazione "de Propaganda Fide" condusse una campagna di scavi nella tenuta Capobianco in località Pietra Aurea oggi Coazzo . Nel tardo medioevo qui si estendeva la vasta tenuta di S.Agata. Dopo vari passaggi di proprietà, nel 1526, il Cardinale Lorenzo Pucci, vendette una parte della sua tenuta a Cola Jacobacci:da questo nome deriva, per corruzione, l’attuale denominazione Coazzo.

Nel 1536 i Tebaldi, proprietari di altri terreni, ne vendevano una estesa porzione al Cardinale Alessandro cesarini. Alla fine del 1700, la tenuta Coazzo-Cesarini è acquistata dal Cardinale Enrico B.M.C. Stuart di York, ultimo discendente della famosa dinastia scozzese, il quale nel 1807, la lascia per testamento a Propaganda Fide. Il complesso edilizio quivi scoperto, appartenente a varie epoche fu riconosciuto per quello delle catacombe del martire
S. Alessandro, di cui il martirologio geronimiano(seconda metà del sec. V) pone la memoria al 3 maggio in un luogo sulla Via Nomentana al VII miglio da Roma insieme a quella dei martiri Evenzio e Teodulo. "V Nonas Mai, Romae, Via Nomentana, miliario VII, Natale Sanctorum Heventi, Alexandri Teoduli". Secondo la passio del martire scritta tra il V e il VI secolo la donna che aveva curatao la sepoltura di Alessandro,Evenzio e Teodulo, una certa Severina, avrebbe ottenuto dal Papa Sisto I , la presenza stabile di una clero incardinato nella parrocchia rurale.

In questo periodo il Santuario e l’area funeraria annessa erano in funzione. Basti ricordare che alla meta del VII secolo il santuario di S. Alessandro, si trovava inserito insieme a pochissimi altri nel territorio circostante Roma nel circuito di visita dei pellegrini che giungevano nella città per pregare sulle tombe dei martiri. Lo attesta una delle guide redatte in quel periodo, l’Itinerario Malmesburiense. Nei sacramentari romano,leoniano e gelasiano, troviamo il ricordo di questi nostri martiri.

La basilica di S.Alessandro conservò il suo ruolo di importante centro di pellegrinaggio fino alle sue ultime fasi di vita probabilmente anche dopo la traslazione dei corpi dei nostri martiri, agli inizi del secolo IX ad opera di Pasquale i 8817-824) nell’Oratorio di S.Agnese, presso la chiesa romana di santa Prassede. Da questo momento il suo declino.




LA NOSTRA CHIESA DI SANT’ALESSANDRO

VII kal inias AD MCMXVIII. Questo è il riferimento  alla Dedicazione della Chiesa costruita presso il celebre complesso catacombale.
Siamo nel 1918, il Pontefice in quel momento è Benedetto XV.
Guidò la Chiesa durante la prima guerra mondiale, che chiamò «inutile strage». Si accontentò di custodire il depositum fidei senza sfide teologiche. Accettò l’inermità della Santa Sede nelle vicende del mondo, prodigandosi per le vittime della guerra soprattutto i bambini. Questo non impedì che a Costantinopoli nel 1919, gli fosse eretta dai Turchi, sebbene fosse ancora vivente, una statua di sette metri con la scritta «Al grande Pontefice della tragedia mondiale, Benedetto XV, benefattore dei popoli, senza distinzione di nazionalità o religione, in segno di riconoscenza, l'Oriente».



Benedetto XV è all'origine della rifondazione dell'attività missionaria della chiesa dell'inizio del novecento. La lettera apostolica Maximum illud del 1919 favorì un nuovo impulso alle missioni, con un preciso orientamento al distacco dagli interessi politici delle potenze e di concentrazione sulla comunicazione del Vangelo.
Si ricollega a questa visione il tentativo di aprire una nunziatura a Pechino, al di là della politica delle potenze europee, che rappresentava un forte impedimento all'evangelizzazione. Il Papa riesce a stabilire una delegazione in Cina, che è all'inizio del rinnovamento del cattolicesimo di quel paese.
Nella stessa linea si impegnò per l’Oriente cattolico, e fondò nel 1917 la Congregazione per le chiese orientali. Benedetto XV si mosse con grande rispetto per i popoli  a cui la chiesa si rivolgeva. Per lui il missionario non è portatore di in teressi di parte, ma del Vangelo: “ è necessario che chi predica il vangelo sia un uomo di Dio”


Il Cardinale Willem Marinus van Rossum e colui che presiede la dedicazione della nostra Chiesa in Onore di s.Alessandro. 



Prefetto di Propaganda Fide dal 1918 al 1932, entrò nel seminario di Culemborg nel 1867, quindi nei redentoristi nel 1873 e fu ordinato sacerdote a Wittem nel 1879. Insegnò teologia e dogmatica a Wittem. Si trasferì nella casa madre romana nel 1895. Papa Pio X lo elevò al rango di cardinale diacono nel concistoro del 27 novembre 1911, assegnandogli il Titolo di San Cesareo in Palatio, ma nel 1915 optò per il Titolo di Santa Croce in Gerusalemme.






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